Il tessuto
Ci sono due metodi fondamentali per produrre un tessuto tecnico per vele.
Trama e Ordito
Fino all'avvento delle nuove tecnologie, i tessuti erano tramati e davano origine a diversi valori di resistenza e deformazione a seconda della direzione dei carichi applicati.Un tessuto di questo tipo è formato da dei fili sempre tesi, la trama, e altri che vi girano intorno a zig-zag, l'ordito.
I ferzi delle vele devono essere tagliati in un senso ben preciso in quanto l'orientamento dei carichi lungo la trama o lungo l'ordito, deformano il tessuto in modo diverso, inoltre quando i carichi non sono longitudinali ai fili, si hanno delle notevoli variazioni nella forma del ferzo, e nella sua geometria, lo vedremo più avanti.
Un tempo, la deformazione dei tessuti era incontrollabile e imponderabile, quindi era un fattore che ostacolava il progetto, il tessuto non era stabile e per i velai era difficile produrre secondo uno standard. Con il tempo però i materiali hanno subito miglioramenti e con l'avvento dei filati sintetici, fra i quali il Poliestere, si sono ottenute tramature di qualità tecniche sempre migliori.
Per disporre di un tessuto il più possibilmente, stabile,leggero e resistente, i velai sollecitarono le case produttrici fino ad ottenere con l'utilizzo del poliestere, un tessuto che da tantissimi anni ancora oggi riveste, per gran parte dei velisti, la materia prima delle vele: il Dacron.
Lamine a filati diritti
La chimica del petrolio ha permesso alle industrie fornitrici dei velai, di operare ad alti livelli tecnologici con materiali sempre più performanti e sempre più stabili, oltre ai poliesteri sono state prodotte fibre dette Aramidiche, che composte insieme a pellicole di Mylar Dupon® ( poliestere in fogli sottili e trasparenti), permettono di eliminare lo scorrimento fra trama e ordito e di ottenere ferzi la cui resistenza alla deformazione è nota e precisa.
Vengono così organizzati veri e propri sandwich di materiali diversi per soddisfare le richieste dei velai più esigenti.
Ad esempio, i filati, di diverso tipo, vengono stesi in modo diritto e sovrapposto (non intrecciati), su di una pellicola di Maylar, poi coperti da un altra e il tutto viene incollato ad altissima pressione ottenendo una lamina di grandi capacità meccaniche, di estrema leggerezza e con permeabilità all'aria nulla. Le ricette con cui si producono lamine, sono diverse e così i marchi registrati sono ormai il nome che identificano lamine di vario tipo. (DIAX, PP-X, ecc).
In questo caso il filato a caratteristica predominante è il filo steso sulla lunghezza della lamina ed è comunque detto ordito, non essendo tramato il filato posto ortogonalmente ad esso si dice riempimento. Su questo si possono poi porre diagonalmente altri fili, il loro orientamento è la polarizzazione.
I
A seconda dell'utilizzo del Kevlar, Poliester, Spectra e altri filati, si ottengono lamine con caratteristiche
diverse.
__
Vectran polarizzato a 12° e 30° su Kevlar a sinistra e poliestere a destra.
Deformazione e spostamento delle fibre nei tessuti classici
Se prendiamo un ferzo, una pezza di stoffa o semplicemente il nostro fazzoletto, vedremo
che a seconda della trazione, questo si deformerà in modo diverso.
Se la trazione avviene longitudinalmente ai filati, l'allungamento sarà minimo e la forma non varierà
ponderatamente, ma se il carico lo esercitiamo diagonalmente alla direzione dell'ordito e della trama, verificheremo
la trasformazione della trama da quadra a romboidale, con la conseguenza dello spostamento del tessuto lungo la
parte più sollecitata dalla trazione. Per verificare questo effetto basta prendere un fazzoletto e sollecitarne
il tessuto lungo la diagonale.
Questo scorrimento di tessuto dai lati verso la linea di massimo carico posto diagonalmente alla griglia, è fondamentale, per tutte le regolazioni che si potranno eseguire su di una vela.