Entrando nella rada di Portoferraio terrete gli occhi ben aperti per controllare i traghetti: vi operano infatti tre compagnie in concorrenza agguerrita di tempi, in altissima stagione vi è un arrivo/partenza ogni dieci minuti, le navi sono piuttosto grosse e poco manovriere, i comandanti non guardano in faccia nessuno, vela o non vela: allo Scoglietto, che dista 1/2 mg dalla banchina, filano già i loro quindici o sedici nodi. Non solo, ma l’entrata del porto, arrivando da E, è nascosta dalla imponente Rocca di Portoferraio, dalla quale il traghettone può spuntare a tradimento.
Il canale 16 risuona spesso delle invocazioni di qualche diportista che se li vede venire addosso, alle quali, lo devo dire anche se col rammarico, non sempre rispondono (ne ho fatta più volte personale esperienza). Da quest'estate si è aggiunto anche il bestione "moby freedom" che passa ad oltre 30 nodi.
C'è un piccolo trucco per sapere se il traghetto sta per salpare: Notare i fumaioli.
Circa 2-3 minuti prima di mollare gli ormeggi, una grossa nube di fumo
nero esce dai rispettivi fumaioli. State sicuri che il traghetto partirà e vi verrà incontro. Tale nube è visibile anche se il traghetto è riparato dal bastione. A proposito di traghetti e di manovrabilità, è di oggi la notizia che proprio ieri una nave della compagnia regionale, a Portoferraio, è finita malamente in banchina,
riportando gravi danni, per il malfunzionamento di un telegrafo di macchina.
Il fascino di Portoferraio è dovuto a tanti motivi, ma non è comunque indifferente il fatto che dal largo il paese non si vede, potrete scorgere solo la Rocca con il faro e, sullo sfondo, un paesaggio di verde e di ville. Il paese è infatti nascosto
dalla rocca e lo scoprirete solo entrando in porto. La rada è ampia, ben protetta da tre quadranti (solo il NE, raro d’estate, può diventarvi pericoloso), e costituisce l’unico significativo rifugio dell’isola in caso di vero tempo cattivo. Il fondo è
prevalentemente sabbioso, buon tenitore, tant’è che vi potrete trovare alla fonda anche grandi unità da crociera, o yachts strepitosi (di quelli con due elicotteri sulla tolda, e due Mumm per fare due bordi prima dell’aperitivo, con bandiere delle Isole Cayman o giù di lì, equipaggi in divisa con i gradi, hostesses formato fotomodella etc.). Per ragioni termiche, vi è quasi sempre brezza, il che unito al riparo dall’onda ne fa il campo ideale per regate di derive, che vi si svolgono infatti molto spesso (sempre restando a S della rotta dei traghetti).
Attenzione, perché a tarda sera tutte le imbarcazioni alla fonda ricevono la visita del mezzo della capitaneria che controlla , giustamente, che vi sia almeno una persona di guardia, era consolidata l'abitudine di lasciare la barca alla fonda
e andare a fare bisboccia a terra tutti insieme. Se la barca è immatricolata, multa lasciata nel pozzetto con richiesta di presentazione in capitaneria, se non immatricolata visita prima dell'alba con relativa contestazione... multe da 4.000.000 milioni di lire naturalmente!
Se volete andar di lusso, l’ormeggio migliore e più fascinoso è nel Porto Mediceo, ampio bacino storico, di forma rettangolare incastonato nel rilievo della Rocca, aperto a S e quindi, essendo il golfo aperto invece a N, totalmente riparato con qualsiasi tempo. In passato la banchina (amplissima, ci stanno centinaia di barche) era comunale cioè libera, con conseguenti arrembaggi al tramonto per un posto in quarta fila. Da qualche anno non è più così, si è fatta avanti la solita società privata a gestire il tutto, e, a condizione di trovar posto, cosa non facilissima in
alta stagione, i prezzi sono ragionevoli e il servizio di banchina (ormeggio su corpo morto, acqua, corrente) accettabile. Manca invece, almeno che sappia io, una adeguata dotazione di servizi a terra (docce, wc etc.) e quindi bisogna fare coi mezzi di bordo. Sono stati segnalati (mi pare anche sul Bolina) casi di disservizi piuttosto antipatici (come la tendenza a favorire le barche di grandi dimensioni), ma riferisco la cosa senza entrare nel merito mancando di informazioni dirette.
A dispetto di questo a Portoferraio si sta benissimo, specialmente se avrete la fortuna di trovar posto nella parte orientale del bacino. La banchina confina infatti con una strada alquanto trafficata, che però nella parte E (oltre l’arco visibile nella palazzata a mare) viene provvidenzialmente chiusa al traffico nelle sere d’estate. Il paese, che è poi un vero paesone, è gradevole e in posizione bellissima, e vi si trova agevolmente di tutto, dai ristoranti di ogni prezzo ai negozi di ogni tipo, compresi mezzi a nolo (scoooter e auto) per visitare l’interno. Raccomando vivamente, se arrivate presto, almeno una visita alla Rocca, che raggiungerete arrampicandovi per stradine incantevoli fino al faro. Di lì la vista è bellissima, con tempo chiaro avrete davanti a voi la costa toscana e l’isola di Capraia e, più a N, Gorgona.
Le alternative all’ormeggio alla Darsena Medicea sono più d’una: a S del porto dei traghetti vi è un attrezzato cantiere (riconoscibile da un enorme capannone con copertura a volta), con darsena propria molto riparata e ben servita, anche se la
localizzazione è infelice, per l’assenza di fascino dei dintorni e la distanza dal centro storico. Ma se vi occorre comunque ormeggiare farete di necessità virtù.
In rada vi sono invece diverse possibilità: o nell’avamporto, fuori tiro dalle manovre dei traghetti (dove danno fondo le grandi unità). Buon ridosso, ma una certa confusione, risacca delle navi etc., però sarete vicini alla darsena facilmente raggiungibile col gommino (attraversando però la rotta delle navi, quindi occhio specialmente di notte). Oppure nella parte E della rada (San Giovanni), abbastanza riparata e tranquilla, però decisamente lontana dall’abitato, che rimane raggiungibile solo per chi disponga di un tender seriamente motorizzato.
È novità dell'estate scorsa un campo boe piazzato fra S.Giovanni, l'Esaom e la banchina piu' meridionale della Moby. I gavitelli sono molto vicini fra loro, dubito ci siano 30 mt. Sono gestiti da un comandante con fama di burbero che risponde al 335 373576.
Non è prudente andare più a S del campo boe per il basso fondale.
Altra nota, il frangiflutti di S.Giovanni che non è segnalato ed essendo
basso e scuro di notte non si vede assolutamente.
Pur mancando qui il paese, vi sono comunque risorse a terra, sia di ormeggio (in pontile per piccole imbarcazioni, in campo boe per le maggiori) che di ristorantini e pizzerie varie. L’acqua è pulita, si è circondati dal verde, se volete tranquillità questo è il posto che fa per voi.
Una alternativa ulteriore, all’estremo E della rada, dimenticandosi quindi il paese, è la piacevolissima insenatura di Bagnaia, un piccolo bacino abbastanza profondo e ben riparato, esposto solo ad W, dove potrete dar fondo (sabbia e alghe) in un contesto di verde e di ville (e anche, spesso, di molte barche). Però si tratta di un ancoraggio di grande amenità, dove si può sostare per giornate intere sguazzando, unico fastidio la risacca provocata dai traghetti (che come avete capito è un po’ il neo di tutti gli ancoraggi della rada di Portoferraio).
Fra Portoferraio e Capo della Vita (che segna l’estremità NE dell’isola) la costa è alta, boscosa e selvaggia, segnata da varie insenature (Nisporto, Nisportino) di notevole fascino per il paesaggio incontaminato, quasi del tutto esente da costruzioni (solo Nisportino è raggiunto da una stradina), anche se tutte piuttosto aperte. Sfortunatamente, in alta stagione, esse non risultano molto adatte alla sosta notturna perchè la risacca prodotta dai traghetti vi batte notevolmente e soprattutto in modo quasi continuo (si fermano dall’una di notte alle cinque del mattino). Per il resto, si tratta di posti piacevoli e freschi anche d’estate (se date fondo abbastanza vicino a riva, l’ombra vi raggiungerà già dal primo pomeriggio). Dal punto di vista velico il tragitto è invece divertente, perchè per poca aria che tiri (specialmente dai quadranti meridionali) dalle alte colline e dalle gole fra di esse scendono raffiche anche violente. Quando sarete su Capo della Vita, poi, per l’influenza dell’orografia e del Canale, vedrete che vi succede di tutto, dalla bonaccia totale alle raffiche a 25 nodi da qualsiasi direzione.
A Capo della Vita, come i tirrenici ricorderanno, si è compiuta anni fa una tragedia del diporto tanto atrocemente stupida quanto funesta (ma che proprio per questo occorre non dimenticare): l’equipaggio di una barca a vela, affondata repentinamente fuori Portoferraio per un oblò aperto sotto la falchetta (pare che queste siano state le conclusioni dell’inchiesta, riparato sull’autogonfiabile, fu spinto dalla deriva di ponente, di notte, contro le rocce del capo, e ben cinque diportisti persero la vita nella risacca.
Sarebbero bastati poche decine di metri di deriva più a N, e l’equipaggio sarebbe approdato senza problemi sulle spiagge sabbiose del Golfo di Follonica... La differenza fra un lieto fine e una tragedia può essere un grado solo di scarroccio.
Una lezione da meditare.
Raggiungendo e doppiando Capo della Vita (sempre massima attenzione ai traghetti, che stringono fino a 50 m da terra), scoprirete Palmaiola e l’Isolotto dei Topi, e sarete ritornati, completando il giro dell’isola, nei paraggi già descritti in
queste pagine.