Usciti da Porto Cervo ci si trova sulla costa orientale sarda e quindi ridossati dal mare sollevato dai venti dei quadranti occidentali (sostanzialmente ponente e maestrale), ma esposti ai venti dei quadranti settentrionali e orientali, e cioè tramontana, grecale e scirocco. In estate quest'ultimo è il più frequente, anche quando è bel tempo, come brezza termica di mare.
Presa la rotta verso sud, si costeggia l'isola dei Nibani, dove bisogna fare attenzione alle boe che segnalano il divieto di avvicinarsi all'isola stessa, sbarcare ed ancorarsi perché zona protetta. Se lo scopo della navigazione è quello di raggiungere Olbia e le bellissime località prospicienti l'isola di Tavolara, conviene dirigersi verso lo scoglio di Mortoriotto e successivamente verso Capo
Figari. Non ci sono problemi di secche o scogli.
Se invece si vuole rimanere in prossimità della costa, allora bisogna stare attenti agli scogli perché non tutti sono segnalati, sebbene la situazione vada migliorando col tempo. Lungo questa rotta si passerà davanti a Romazzino e poi si arriverà alla splendida insenatura di Cala di Volpe dove si può sostare in rada (se non ci sono troppe barche!) ridossati dalle onde di qualunque
direzione, ma non dal vento. La rada di Cala di Volpe, circondata da belle spiagge, con un albergo di classe ed un golf a dir poco eccezionale dal punto di vista panoramico, è il ridosso preferito anche dagli yacht che sono troppo grandi per entrare a Porto Cervo, come ad es. i quattro alberi tipo Club Mediterranée.
Poco dopo si vedrà a est l'isola del Mortorio e ad ovest il marina di Portisco; ancora più avanti Porto Rotondo col suo marina (qualità dei servizi quasi a livello di Porto Cervo e lo stesso dicasi
per i prezzi). Una insenatura ad imbuto, il golfo di Congianus, permette un buon ridosso, tuttavia l'acqua non ha la limpidezza tipica della Sardegna.
Una volta superato Porto Rotondo si può dirigere su Capo Figari passando davanti al golfo di Marinella, dove c'è un marina. Capo Figari è un'imponente montagna calcarea (unica eccezione, insieme a Tavolara, al granito rosa o grigio tipico di queste coste) e dal punto di vista del regime dei venti costituisce spesso un punto di cambiamento: a nord il maestrale, poco più a sud lo scirocco. Il maestrale forte può essere pericoloso per raffiche improvvise, salti di vento e correnti discensionali: in questo caso, meglio passare ben al largo.
Appena passato Capo Figari, si può virare subito verso ovest ed attraversare il canale fra il capo e l'isolotto di Figarolo. Il posto è bello e si può sostare se non ci sono troppe barche e con tempo stabile ci si può anche passare la notte però dormendo con un occhio solo. Dopo Figarolo si incontra il porto di Golfo Aranci, trafficato da
traghetti e pescherecci, e poco dopo il marina di Baia Caddinas dove si può fare rifornimento di gasolio.
Siamo ormai nel golfo di Olbia, con passaggio continuo di traghetti. Inutile descrivere la rotta per il porto di Olbia, che è in fondo al profondo golfo e si raggiunge con un canale dragato. Olbia di per sé non ha interesse turistico, sorge in una laguna bella ma talvolta maleodorante come tutte le lagune, ma può essere la salvezza se si ha dei problemi alla barca, perché vi sono rimessaggi, cantieri e forniture nautiche.