Viareggio |
43°51.76' N - 10°14.084' E Vhf 12
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Capit. 0584.388227
La Madonnina 0584.32033 Club Nautico Versilia 0584.31444
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Sandro Baroni - 2002

VIAREGGIO: Porti più vicini: Marina di Carrara a nord, Marina di Pisa (pericoloso con mare formato) e Livorno a sud.
Viareggio si trova al centro del lunghissimo litorale della Versilia e non presenta caratteristiche di paesaggio marino particolarmente attraenti per i velisti; anche il regime dei venti risulta velisticamente poco interessante: molte bonacce, qualche bella maestralata estiva, poche giornate di vento di terra e frequenti libecciate, che generalmente alzano il mare rendendo pericolosa l'imboccatura del porto. Però i posti barca sono numerosissimi e l'indotto per la nautica da diporto è sviluppatissimo: a Viareggio si trova veramente di tutto, dai cantieri per i megayacht ai maestri d'ascia, dagli stratificatori in vetroresina agli esperti in leghe leggere. Motoristi, attrezzisti, ditte di cartografia eleronica, noleggiatori, verniciatori superspecialisti ecc ecc. In più, la sua posizione geografica si presta bene come base per navigazioni dirette verso l'arcipelago Toscano, la Corsica e la Sardegna. Tutte queste caratteristiche fanno sì che a Viareggio si verifichi un fenomeno particolare: d'estate, in piena stagione turistica, si riempiono le spiagge ma il porto si svuota, per cui la sosta tecnica diventa più gradevole e meno stressante che in altre località.
Chi arriva deve fare attenzione all'imboccatura, perché una perenne lingua di sabbia ostacola la parte destra dell'entrata. Con mare calmo basta mantenersi al centro e non ci sono problemi; con mare formato, specialmente provenendo da sud, bisogna tenersi larghissimi, aggirare di circa 300 metri la scogliera e puntare sulla spiaggia, per poi virare e fare rotta diagonale rispetto all'imboccatura, tenendo l'onda al mascone e guadagnando la rotta giusta fra una cresta e l'altra. Con mare molto mosso, che generalmente è causato dal libeccio, è meglio armarsi di pazienza e andare a Livorno o a Marina di Carrara (meglio Livorno). Attenzione, perché all'imboccatura di Viareggio ci sono stati incidenti mortali negli ultimi anni.

Una volta entrati, troviamo sulla sinistra il Canale Burlamacca, dove per il transito è possibile ormeggiare all'inglese alle banchine in cemento sul lato nord, senza acqua né luce ma vicinissime alla passeggiata, con negozi di ogni genere, vari cinema, centinaia di ristoranti e servizi quasi da
grande città. Adiacente al canale, lato sud, ci sono i pontili galleggianti della "Madonnina", prima a gestione comunale, ora sotto la "Viareggio Porto s.p.a.". L'ormeggio è abbastanza organizzato, posto si trova sempre, c'è acqua e luce a volontà e il personale è gentile e disponibile; purtroppo,
dopo gli ultimi lavori, c'è una risacca paurosa e bisogna organizzarsi con molloni o pesi alle cime, per non soffrire sballottamenti continui e danni a bitte e passacavi. Le darsene interne non le segnalo nemmeno perché i posti sono tutti occupati, spesso in doppia o terza fila e bisogna conoscere le varie situazioni per destreggiarsi fra ormeggiatori strani e improvvisati e proprietari di barche spesso prepotenti. Per chi avesse bisogno di alare la barca, una volta entrato in porto deve andare a dritta in direzione sud, dove c'è la darsena più recente, in fondo alla quale ci sono le gru e le banchine per i lavori. I prezzi sono abbastanza convenienti, ma spesso gli operatori li fanno misteriosamente lievitare in virtù dell'urgenza dei lavori e della provenienza delle barche (lo so che non è bello dirlo, ma si ha l'impressione che tedeschi e milanesi spendano di più degli altri).
Adesso ci domandiamo: "Che ci faccio a Viareggio?". Primo problema: andare a mangiare. La ristorazione in Versilia è molto evoluta, e con essa anche i prezzi; insomma, si mangia bene ma si
spende tanto. Vicinissimi al porto, ci sono tre "grandi" ristoranti: Tito del Molo, proprio sulla banchina nord, all'inizio della passeggiata; L'Oca Bianca, sulla via Coppino con vista sulla flotta Perini e Da Romano, in via Mazzini, centro città ma raggiungibile con una passeggiata. Sono posti
rinomati e all'altezza della loro fama, riservati a gourmet esigenti e facoltosi (inutile dire che io non ho mai messo piede in nessuno di questi posti). Si può andare allora sul caratteristico: Il Gran Caffé Margherita, sulla passeggiata, bellissimo residuo architettonico del Liberty viareggino,
di quando Viareggio era ancora la "Perla del Tirreno"; frequentato da Giacomo Puccini, l'atmosfera è rimasta la stessa, la cucina è adesso abbastanza curata ma non all'altezza degli altri citati, ed è ugualmente caro. Oppure Alla Chiesina, una vera chiesetta anglicana sconsacrata e adibita a pizzeria. Posto carino, spesa decente, ma triste e per alcuni blasfemo. Il posto più vicino agli ormeggi rimane il ristorante dello Yachting club, con vista sulle barche ormeggiate: molto gradevole la posizione, si spende una cifra non esagerata, il cibo è decoroso ma non sempre si trova la desiderata cordialità. Rimanendo a sud del canale, sulla via Coppino, la strada centrale della Darsena, fra cantieri e negozi si trova qualcosa anche per i meno abbienti come me: prima citazione per il mitico CRO Darsene: è un circolo operaio sede anche della "Lega dei Maestri d'Ascia e Calafati", covo di antifascisti già da prima della guerra, l'unico luogo dove ci sono ancora i ritratti di Marx e Che Guevara alle pareti. I gestori sembrano scortesi, ma conoscendoli ci si accorge che si tratta solo di una ruvida gentilezza, tipica di chi non ama moine da signori. Si mangia il poco che c'è, piuttosto male, ma si spende pochissimo. Risalendo la stessa via Coppino, vicino ad un semaforo, c'è un buco apparentemente infame, si chiama "L'angolo della Pizza", piccolo e in mezzo al traffico. Io ci vado spesso perché con 15.000 lire ti danno da mangiare (un primo di
dimensioni esagerate, una birra e il caffé), sono veloci e ci si può andare anche in pantaloncini. Un posto "medio", per qualità e prezzo è "Il Barcobestia", anch'esso sulla via Coppino: quando il cuoco è in giornata si può mangiare anche molto bene. L'ultima segnalazione è per un posto poco
frequentato dai turisti, in via Virgilio, una via interna della Darsena: si chiama "Trattoria La Darsena", è piccolissima e quasi invisibile: se si riesce a trovare posto, si mangia pesce a livello dei grandi ristoranti e si spende molto meno. Adesso mi fermo, comunque ci sono decine di altri posti in cui mangiare, non li posso certo citare tutti. I piatti tipici viareggini sono il cacciucco, in una variante locale rispetto a quello livornese (se volete guai seri, andate a dire che quello livornese è meglio), la zuppa di cicale e i vietatissimi spaghetti alle ce'e (avannotti di anguilla) ormai introvabili (per fortuna). Poi il pesce nelle sue mille varianti, che sostanzialmente si mangia come negli altri posti di mare. Vini tipici viareggini non ce ne sono, ma nella zona si produce il Montecarlo Bianco delle colline lucchesi e una rarità: il Candia Bianco di Massa, che ha una produzione talmente limitata che nei ristoranti si trova solo l'imitazione.
