Viene il momento, nelle lunghe crociere estive, quando il sole picchia, senza requie, dall'alba al tramonto, nel cielo terso senza nuvole, senza la minima bava di vento, che qualcuno dell'equipaggio prospetti quanto sarebbe bello essere in montagna, in una valle delle dolomiti, tra boschi e sorgenti a godere della frescura di una cascata di acqua dolce ghiacciata tra i pini. Ebbene, se vi trovate in Dalmazia, dalle parti di Sebenico, potete soddisfare questo desiderio senza scendere dalla barca, in uno dei posti più affascinanti e inconsueti in una navigazione a vela.
Il nostro itinerario inizia all'imboccatura del canale SVETOG ANTE - 43°43'27"N - 15°50'99"E, uno stretto braccio di mare, (segnalato al suo imbocco da un faro sulla sx e da un forte veneziano a dx, (simile al forte di Sant'Andrea nella laguna di Venezia) largo non più di un centinaio di metri, che, dopo circa 1,5 nm sbocca in una specie di lago salato dove si affaccia la città di Sebenico.
SEBENICO (SIBENIK) - 43°44'00''N - 15°53'43''E, antica città fortificata Veneziana, abbarbicata su un colle, spicca per il bianco dei suoi monumenti marmorei che meritano senz'altro una visita approfondita. Si può ormeggiare lungo la banchina che costeggia il lungo mare in numerosi punti e fare rifornimento di gasolio al distributore. Vi si trova anche un bel mercato all'aperto, ai margini del centro storico, dove rifornirsi di pesce e verdura fresca.
Lasciata Sebenico, si prosegue verso NW, in una specie di lago costellato, sulle sponde, di allevamenti familiari di cozze e ostriche dove ci si può facilmente rifornire di crostacei per la cambusa, per 2,5 nm fino a passare sotto il grande ponte della strada statale costiera (ha una luce di almeno 25 m e non costituisce ostacolo alla navigazione) per poi raggiungere, dopo altre 0,7 nm un bivio, continuando a Sx si raggiunge il paese di Zaton; dopo circa 0,5 nm.mentre verso Dx si risale il fiume Krka.
ZATON - 43°47'12''N - 15°49'43''E, posto in fondo a una stretta insenatura del fiume Krka, il paese è scarsamente turisticizzato, lontano dalla strada principale e ignorato dalle maggior parte dei turisti nautici che proseguono la risalita del fiume. Vi è, sulla dx, una banchina dove ormeggiare, facendo attenzione al fondale, che non supera i 2,5 m. Lungo la baia c'è una bella
passeggiata su una stradina nel verde che costeggia la baia, ideale per sgranchire le gambe dopo molte ore di navigazione. In fondo alla baia, sul molo, c'è il ristorante "Porat" dove si può fare una sosta per una cena a base di crostacei e grigliate di scarpene e San Pieri.
Proseguendo invece la risalita del fiume dal bivio verso N, si imbocca uno stretto fiordo, quasi un orrido fra due pareti di roccia scavate nel calcare dal fiume e, dopo circa 1,2 nm, si entra nel Prokljansko jezero, un lago profondo dai 5 ai 20 m., lungo circa 3 nm X 1,5 nm, ben esposto al Maestrale e allo Scirocco, che sarebbe un campo ideale per regate di derive. Nel traversare il lago bisogna dirigere al promontorio posto a 43°48'45''N - 15°52'96''E e non lasciarsi ingannare dall'insenatura che porta al paese di Vrulje, affacciato sul lago, dove ci sono fondali molto bassi. Qui il fiume si restrige e assume un aspetto quasi montano, con le sponde erbose, canneti e boschi di pini, fino a raggiungere, dopo 2 nm il paese di Scardona-Skradin.
SCARDONA (SKRADIN) - 43°49'01''N - 15°55'47''E. Quando appare, dopo un ultima ansa del fiume, sembra proprio un paesino di montagna austriaco, con le case di pietra e il campanile a cipolla, i prati verdi e gli orti con i filari di patate, le piante di fagioli e gli alberi di mele, pere e prugne.
Si ormeggia al Marina ACI, dotato di pontili galleggianti, o a 2-3 posti liberi sul molo (ma ti guardano male), il paese è affascinante, raccolto sul lungofiume, ombreggiato da grandi piante di gelso, dove approdano le barchette dei pescatori che ti vendono indifferentemente delle seppie o dei
gamberi come una trota o un luccio. Qui, fino a un paio di anni fa, c'era la cantina di Mate, un vecchio segnato dal tempo che, in un antro tra botti e cianfrusaglie, vendeva il suo vino, con prosciutto, pane fatto in casa strofinato con aglio fresco, appena raccolto nell'orto, e nel frattempo ti raccontava della guerra, dei serbi arroccati sul monte sopra il paese, delle
migliaia di granate cadute e dei tetti delle case completamente distrutti, del cimitero con le tombe sventrate dalle bombe e dei serbi che abitavano in paese scacciati, del loro quartiere distrutto, della chiesa ortodossa bruciata e di quanto fosse bello abitare là prima, quando tutti vivevano in pace. Ora Mate non c'è più, l'ultima volta che ci sono stato, due anni fà siamo andati, come sempre, sotto la sua casa e ci siamo messi a urlare per chiamarlo, per farlo scendere e aprire la cantina. Si è affacciata una vecchia e ci ha detto "Mate non c'è, è in ospedale, con un cancro!". Dopo di allora non sono più ritornato a Skradin ma sono sicuro che il posto non è più lo stesso.
Lungo la stradina che, dal molo porta alla chiesa, c'è il ristorante "Slatne Skolike"dove si possono mangiare degli ottimi crostacei e delle magnifiche grigliate di pesce.
Il motivo principale per cui la gente viene solitamente a Skradin è per visitare il Parco Nazionale delle cascate della Krka, posto poco più a monte lungo il fiume, a circa 3 Km., è raggiungibile con un battello che parte dal paese o (cosa che consiglio vivamente) a piedi lungo un sentiero che costeggia la sponda. Per visitare il parco si paga un biglietto d'ingresso e ci si può addentrare in una miriade di sentieri che si inerpicano nel bosco fra le decine di cascate e laghetti punteggiati di trote e temoli e salti d'acqua che costituiscono il complesso. Da non perdere la visita all'antico mulino ad acqua, funzionante, dove una guida dimostra in che modo veniva macinato il grano e come venivano lavati i panni in una lavatrice ad acqua. A monte delle cascate, il fiume forma una specie di lago con canneti e salici che spuntano dall'acqua in una specie di "Florida nostrana", di dove partono i battelli che risalgono il fiume, lungo una valle disabitata e selvaggia ricca di uccelli palustri,per raggiungere il monastero francescano di Visovac, un oasi di pace in un isoletta in mezzo al fiume, fino alle cascate di Roski Slap, dove termina il corso navigabile del fiume e dove si può fare uno spuntino, in un vecchio mulino, con vino, formaggio di capra e pane e fette di lardo e prosciutto.
Proseguendo verso S, le ultime isole che formano l’arcipelago delle Incoronate – Kornati sono Kurba Mala e Kurba Vela, il cui nome pare voglia dire, in croato, piccola e grande “donna di malaffare”, due isole spoglie e disabitate dall’aspetto che vagamente ricorda una cassata siciliana.
Attraversato un breve tratto di mare si arriva all’isola di Zirje, la più esterna e la più grande dell’arcipelago di Sebenico. La prima insenatura che si incontra, sulla sponda nord-orientale dell’isola è quella di
MIKAVIKA - 43°40’50’’N - 15°36’48’’E, nella quale bisogna entrare facendo estrema attenzione alla secca di circa 2 m che si estende parecchio a S dell’isolotto Mikavica - 43°40’68’’N - 15°36’92’’E. Vi si trova un piccolo molo al quale avvicinarsi con attenzione perché il fondale non supera i 2 m, sui lati, utilizzando preferibilmente la testata del molo dove l’acqua raggiunge i 3 m, la rada non è molto sicura in quanto esposta ai venti da N-NE e non conviene perciò fermarvisi per soste prolungate se non con condizioni di tempo ottimale.
Nella baia non si trova che un paio di casette di pescatori, mentre c’è un piccolo locale, il ristorante “Konoba Juli”, a circa 500 m lungo la strada che porta al paese di Zirje, in prossimità del bivio per la baia di TRATINSKA – 43°39’72’’N - 15°37’56’’E. Una profonda insenatura sulla costa SW dell’isola, aperta allo scirocco e quindi da non utilizzare quando se ne prevede l’arrivo, vi si trova un piccolo molo, totalmente utilizzato dalle barche dei pescatori locali.
Zirje per me rappresenta una tappa obbligatoria da quando ho conosciuto, nel paese di Muna, Violetta.
MUNA - 43°39’72’’N - 15°39’37’’E. Incuneato in una profonda fenditura nella montagna che spacca come un colpo d’ascia l’isola approfondendosi rapidamente in mare tanto che nel mezzo del porto ci sono una cinquantina di metri d’acqua che rendono impossibile l’uso dell’ancora nell’ormeggio. Il porto è molto bello, ricorda, per forma e dimensioni, Portofino, pochissimo turisticizzato, nessun albergo, neanche un bar, solo un piccolo negozietto di alimentari, e scarsamente frequentato da diportisti.
Nel 2001 il porto è stato completamente ristrutturato e dotato di una bella banchina in marmo, davanti alla quale il mare è abbastanza profondo (+ di 2 m) per tutto il perimetro occidentale. Il posto migliore per ormeggiare è costituito dallo scivolo d’attracco del Ferry-boat che arriva solo una volta alla settimana, il mercoledì, in piena estate, (verificare gli orari), posto sulla dx entrando, in fondo alla diga foranea, quest’ultima non utilizzabile in quanto, ogni sera, vi ormeggia un aliscafo di linea.
Violetta è una splendida ragazza over 70 (somiglia in tutto a Maga Magò, ma non diteglielo) che gestisce un localino sul mare 10 m oltre la diga.
Trattasi di una specie di cantina spelonca dall'igiene discutibile ma il pesce che cucina è buonissimo, tutto pescato personalmente da Violetta con la sua barchetta (quando non trova la rete bucata da un vecchio delfino ladro, ormai incapace di procurarsi il cibo da solo, che bazzica in quelle acque), il vino è del suo orto così come la verdura e la carne (polli, agnelli e capretti) sono di sua produzione.
Prenotando per telefono (022/462-944) prepara anche selvaggina (lepri e fagiani) procurati da un suo amico che soffre d'insonnia e và a spasso, di notte, per l’isola, infine grappa e pane sono rigorosamente fatti in casa, il tutto ai prezzi più popolari che si possano riscontrare in zona.
Da Muna si possono intraprendere delle magnifiche passeggiate nell’interno dell’isola, fino al paese di Zirje, in un vallone invisibile dal mare, ricco di orti e vigneti,per raggiungere, dopo 4 km, il porto di Mikavica, o lungo il sentiero sterrato che porta, verso S, fino a Stupica Vela e ai ruderi di un fortilizio medievale.
KOROMASINA - 43°39’34’’N - 15°40’08’’E. Profonda insenatura, circa 1nm a SE di Muna, si può ormeggiare in rada o al pontile di una base militare abbandonata, nella baia vi sono alcune case di pescatori, non vi sono ristoranti.
Proseguendo verso S, doppiata la punta Rasohe, prestando attenzione ai numerosi scogli e isolotti presenti, si costeggia il lato meridionale dell’isola, caratterizzato da numerose baie adatte a una sosta fra le quali la principale è Stupica Vela.
STUPICA VELA – 43°38’08’’N - 15°40’98’’E. È una grande e profonda insenatura, ben riparata dai venti da N ma un po’aperta ai venti meridionali, attrezzata con un gran numero di boe, a pagamento, e in fondo alla quale si trova un piccolo ristorante dove fanno delle buone grigliate di pesce.
Caratteristica di questa baia è la grandissima abbondanza di ricci di mare, sui bassi fondali, che si possono mangiare crudi, con una spruzzata di succo di limone oppure usati per condire la pasta.
La ricetta consiste nel estrarre dai ricci aperti, con un coltello o le forbici, la polpa con un cucchiaino, si soffrigge dell’aglio con olio d’oliva e si aggiunge della mollica di pane raffermo fino a farla imbiondire per poi versare la polpa e il liquido estratto dai ricci, facendo cuocere per pochi secondi. Condire la pasta (bavette) spolverandoci sopra un po’ di prezzemolo tritato, pepe e una strizzata di succo di limone.
ISOLE di CAPRILE (KAPRIJE e KAKAN)
Caratteristica di queste due isole è lo stretto braccio di mare che le separa, quasi a formare una grande insenatura, ben ridossata dallo scirocco ma aperta alla bora.
Nell’insenatura POTKUCINA - 43°41’58’’N - 15°39’95’’E, sulla sponda orientale di Kakan, sono state posate numerose boe, a pagamento, frequentate dai charter e di solito molto affollate, pertanto io preferisco la rada fra le isolette di BOROVNIJAC Veli e Mali - 43°41’98’’N - 15°39’95’’E, dove si può gettare l’ancora in un basso fondale sabbioso dai toni verde smeraldo.
KAPRIJE - 43°41’20’’N - 15°42’52’’E. Situato in una profonda insenatura il paese è quasi del tutto spopolato e costituito da seconde case abitate solo in agosto. Vi è un molo, in fondo al golfo sulla sx, a cui si possono ormeggiare 5-6 barche, solo sul lato interno, sud-orientale, di poppa gettando l’ancora di prua, a pagamento in estate (100 kune – 2002), mentre il lato esterno è riservato ai battelli di linea.
Vi sono alcuni ristoranti, “More” in posizione sopraelevata, lungo la riva del golfo 200 m prima del molo, il ristorante “Makova Lula”, sulla piazzetta antistante il molo, dove si trova anche il piccolo market e la posta col cambiavalute, pulito,ordinato forse un po’ asettico e insipido, Il “Grill Kaprije”, 100 m dopo il molo e un grill in fondo alla baia, a 500 m sul lungo mare. In una piccola viuzza, appena prima del “Grill Kaprije”, nel giardino di una casa privata, sotto una tettoia con 4-5 tavoli, c’è il ristorante “Bilo Yaye” (tel. 022 449 822), di Nikola, un vecchio pescatore e sua moglie Milena, un locale semplice, casereccio e ruspante, dove ho gustato dell’ottimo pesce alla griglia sebbene il vanto del padrone sia il “brodetto di pesce, da ordinare per telefono con qualche ora d’anticipo.
ISOLA DI TIJAT – Isola completamente disabitata e coperta da una fitta macchia Mediterranea, vi è una profonda insenatura, Tijatica, sul lato S, dove si può ancorare fissando delle cime a terra da poppa, in giornate che non prevedano vento da SE.
ISOLA DI PRVIC - Costituisce, insieme a Zlarin, il primo baluardo di isole posto davanti al porto di Sebenico, vi si trovano due paesi Prvic e Sepurine.
PRVIC – 43°43’50’’N - 15°47’65’’E. Nell’entrare bisogna fare attenzione agli scogli davanti all’imboccatura. Vi si trova una piccola diga alla quale ormeggiare di prua per il fondale scarso.
SEPURINE - 43°44’10’’N - 15°47’02’’E. È un paesino dalla caratteristica impronta veneziana con un bel campanile, la chiesa e le case addossate con viuzze che si dipanano dal porticciolo, dove ci sono 2-3 posti barca in banchina. Scarsamente abitato e per niente turistico vi si trova un piccolo negozio di alimentari, assenti, almeno fino al 2000, i ristoranti.
Per completare questa mia, seppur veloce e incompleta carrellata sull’arcipelago di Sebenico, è necessario parlare un attimo di quei porti, disposti lungo la costa, a contorno di esso.
JEZERA - 43°47’07’’N - 15°39’25’’E. Posto in una profonda insenatura, nella costa meridionale dell’isola di Murter, ospita un marina ACI fra i più grandi, punto di partenza di charter e sede della Adriatic sail accademy, una scuola di vela crociera-regata. Vi si trova il distributore di carburante e alcuni ristoranti che però propongono piatti per i frequentatori dei campeggi circostanti e dei tedeschi che si imbarcano sui charter. Bella la passeggiata che conduce a Tijesno, il paese dell’isola dove è stato costruito il ponte che unisce Murter alla terraferma.
TRIBUNJ – 43°45’39’’N - 15°44’65’’E. Posto dietro l’isola di Logorum, è un bel paesino dove, fino a qualche anno fa si ormeggiava soltanto in rada, facendo estrema attenzione alle numerose secche presenti. Recentemente vi è stato costruito un marina ACI che però non ha ancora visitato.
VODICE – 43°45’50’’N - 15°46’65’’E. È la classica stazione balneare moderna con alberghi, negozi, discoteche e pedalò e pertanto da evitare se si ama la natura selvaggia. Il porto ha un accesso limitato, sulla dx entrando, da una secca, segnalata, pericolosa soprattutto se ci si reca al distributore di carburante, posto subito dietro.
Si ormeggia ai pontili del marina ACI, in genere molto frequentato e affollato. Non ho trovato nessun ristorante dove valesse la pena di mangiare mentre, al mattino, al mercato c’è un bel banco di pesce ben fornito, a prezzi modici.
Il tratto di costa posto a N e a S dell’imboccatura del porto di Sebenico è costituito da lunghe spiagge, stabilimenti balneari e secche, solo parzialmente segnalate, in particolar modo in prossimità dell’isola di Krapanj – 43°40’48’’N - 15°54’90’’E. È dunque opportuno, se si percorrono queste rotte, tenersi al largo dalla costa, controllando lo scandaglio e avendo sottomano carta nautica e portolano. A proposito di Krapanj, nella quale c’è un piccolo porticciolo dove ormeggiare c’è da dire che è un luogo dimenticato dal tempo. Assomiglia, per chi le conosce, ad alcune zone della laguna veneta, Burano (al di fuori della zona centrale), Sant’Erasmo, Pellestrina, San Piero in Volta, piccole povere case di un lindore impressionante, orticelli frammisti a capanni di attrezzi da pesca e reti stese ad asciugare, viuzze e calli, molte delle quali sterrate, dove sonnecchiano gatti e giocano torme di bambini seminudi e niente, assolutamente nulla che faccia capire che si aspettino che qualche turista capiti da quelle parti, non negozi ne bar ne ristoranti, solo un piccolo spaccio dove ti ricevono come un qualcosa di alieno, un intruso in questo microcosmo che non può, non vuole cambiare.