"EL QUARNARO EL ZE CURTO MA EL ZE PEZO DEL TURCO"
Questo proverbio, frutto della saggezza popolare dei tempi in cui si navigava solo a vela o a remi, illustra in maniera esemplare lo stato d'animo col quale si affrontava (e si affronta), superato il faro di Porer, all'estremo S dell'Istria, questo braccio di mare di una ventina di miglia che conduce alle isole Dalmate.
Non si può infatti parlare di questo tratto di Croazia senza tenere conto della sua estrema mutevolezza metereologica dovuta principalmente alla bora, che qui, come in altre zone dell'Adriatico, può comparire improvvisamente per raggiungere per forza e intensità, livelli da uragano, sollevando onde molto corte e appuntite, ravvicinate tra loro e spesso provenienti da direzioni diverse a creare mare incrociato, vortici e corrente marina che può arrivare anche a 4-5 Kts. Quindi, prima di affrontare questa, e altre traversate, è opportuno ascoltare attentamente le previsioni meteo (in Croazia si ascoltano, anche in Italiano, sul canale VHF 69) sentire il parere dei marinai locali, e controllare l'aspetto dei due rilievi montuosi principali da cui proviene la bora: il monte Ucka (monte Nevoso), sopra Abazzia (Opatja) e la catena del Velebit a S di Fiume.
Prima dell'arrivo delle raffiche di bora infatti, compaiono sui rilievi delle nuvole caratteristiche che formano un cappuccio, come una glassatura su un bignè, sulla cima dei monti.
All'apparire di queste nuvole (viste una volta non si scordano più) conviene ammainare tutto e aspettare le raffiche a secco di vele, cinture indossate e tutto ciò che può volare via fissato (a me è capitato una volta di passare da una bonaccia assoluta a raffiche che, quando si sono attenuate e qualcuno è riuscito a scendere sottocoperta per accendere lo strumento del vento, superavano ancora i 55 Kts). La bora ha alcune particolarità:
1) Se il cappuccio di nuvole aumenta anche il vento aumenta e viceversa
2) Si incontra tutto l'anno ma è più frequente d'inverno quando può durare anche 15 giorni, d'estate di solito non più di 2, la bora con forza d'uragano dura 2 giorni al massimo
3) Compare più spesso il pomeriggio che non la mattina e raggiunge la massima intensità la mattina verso le 9.00 e il pomeriggio tra le 18.00 e le 22.00, di solito si attenua fino a scomparire a mezzogorno e mezzanotte.
4) Se è iniziata col cielo coperto comincia a diminuire quando il cielo si è rasserenato del tutto mentre se aumenta col cielo sereno annuncia l'arrivo di una nuova formazione ciclonica.
5) Di solito le baie sotto le coste da cui proviene la bora offrono scarso riparo (è un vento che "cade" dalla montagna e quindi ci si trova a dover affrontare l'aria che proviene dall'alto e ti schiaccia sull'acqua) meglio dirigersi verso il largo dove, di solito diminuisce d'intensità. Importante anche osservare le caratteristiche della baia dove si sosta, zone spelacchiate con rocce prive di vegetazione e alberi contorti non promettono niente di buono. Vi sono essenzialmente 2 tipi di bora:
a) Bora Chiara, anticiclonica, un movimento d'aria fra un massimo d'alta pressione sull'Europa centrale e una depressione sul Mediterraneo, porta cielo sereno, clima secco anche se la temperatura cala un pò (è il tempo che preferisco per uscire in barca), proviene da NE fino a N e nel Quarnaro dal Monte Ucka.
b) Bora Scura, ciclonica, provocato da depressioni che si spostano sull'Adriatico, richiamando aria fredda e umida dall'Europa centrale, inizia con cielo coperto da uno strato compatto di nuvole provenienti da SW e spesso sostituisce uno scirocco moderato, proviene da NE fino a E nel Quarnaro dalla catena dei Monti Velebit, spesso è seguita da una fase di bora chiara.
Superato il faro di Porer, proseguendo verso S vi sono 3 rotte principali:
1)verso Ossero (Osor) rotta 98° distanza 21 nm. il passaggio, sormontato da un ponte girevole, fra le isole di Cherso e Lussino, che dà accesso al Quarnerolo,
2)verso l'isola di Unije rotta 118° distanza 16,5 nm per dirigersi verso Lussin Piccolo,
3)verso l'isola di Sansego (Susak) rotta 126° distanza 23 nm. Per dirigere direttamente a S (la mia preferita).
ISOLA DI CHERSO (CRES)
Addentrandosi nel Quarnaro dopo aver superata la secca della Galliola (Galijola) - 44°43'97"N - 14°10'29"E, segnalata da un faro, dove durante la Grande Guerra venne catturato, dopo essersi incagliato col sommergibile, Nazario Sauro che venne poi giustiziato dagli austroungarici come disertore essendo nativo di Capodistria, allora Austriaca, si raggiunge la grande isola di Cherso, dalla costa poco frastagliata con fondali profondi dove è facile incontrare barche di pescatori che ritirano le nasse, dai quali si possono acquistare scampi vivi per la cucina di bordo. Lungo i pendii scoscesi, nelle giornate di vento, è facile osservare il volo di un grifone, una specie di avvoltoio abbastanza comune su quest'isola (io ne ho visti 5 in un giorno). Un'altra specie che, si dice, sia abbastanza diffusa in Quarnaro è costituita dagli squali che vi arrivano al seguito delle navi dirette al porto di Fiume.
Io non ne ho mai visti ma i racconti dei pescatori e le reti di protezione poste davanti alle spiagge di Abazzia consigliano una certa prudenza quando ci si tuffa in acque profonde.
OSSERO (OSOR) - 44°41'80"N - 14°23'44"E
Piccolo paese, con una storia millenaria alle spalle, la leggenda vuole prenda il nome da Absertos, comandante della flotta dei Colchi, alla ricerca di Giasone e degli Argonauti che erano fuggiti dopo aver trafugato il "vello d'oro", il quale venne qui fatto uccidere, a tradimento, dalla sorella Medea, la quale si era innamorata di Giasone e dal corpo di Absertos, fatto a pezzi e gettato in mare, sono nate queste isole. Importante città romana, che vi scavarono il canale navigabile che separa le isole, mantenne una grande importanza per tutto il medioevo, raggiungendo gli 80.000 abitanti, fino a quando il principale mezzo di locomozione per le navi commerciali era costituito dai remi e dai galeotti, per poi decadere inesorabilmente con l'avvento della navigazione prevalente a vela fino a trasformarsi in un piccolo villaggio. Rimangono le vestigia di un borgo murato veneziano, ben conservato, con una bella cattedrale quattocentesca e un imponente campanile, strette calli, arricchite da numerose sculture moderne in bronzo. L'abitato si affaccia sul canale che divide le isole di Cherso e di Lussino, sopra il quale si trova un ponte girevole che permette di passare con la barca dal Quarnaro al Quarnarolo e viene aperto alle 9.00 e alle 17.00 (INSCIALLAH!!), nell'attraversamento bisogna prestare attenzione alla corrente che è molto intensa. Se il mare è calmo e non si aspettano colpi di vento, si può gettare l'ancora nella baia di Bijar, davanti al campeggio, oppure ormeggiare lungo la banchina, a nord del ponte, sulla sponda di Cherso, o sui due lati a sud del ponte, per attendere l'apertura del medesimo. Vi sono alcuni ristoranti: "Nonina Kuhinja" vicino all'ingresso nord, dove, oltre al pesce, preparano agnello alla griglia e piatti coi tartufi, ristorante "Livio" e "Buffet Osor", in una stradina dietro la chiesa, che però non conosco. Superato il ponte si passa in un canale caratterizzato da bassi fondali fangosi ben segnalati da mede, fino a raggiungere il Canale di Lussino - Losinski Canal, dove, dopo circa 1 miglio, sull'isola di Lussino, si trova un distributore di carburante dotato di molo d'ormeggio, per fare rifornimento. Proseguendo per 1 altro miglio marino, sull'isola di Lussino, si arriva al paese di NEREZINE (44°39'40''N - 14°23'86''E), nel cui porto c'è un piccolo marina costituito dalla parte interna della diga foranea e da due pontili, fornito di acqua e energia elettrica (130 kune al giorno nel 2003) nel quale trascorrere la notte in attesa dell'apertura del ponte, se si proviene da sud. In paese, due ristoranti, gostiona "Medusa", vicino alla piazza, dall'aspetto trasandato e "Buffet Dolac", tel. 051-237395, sul lato nord del porto, una bella terrazza arieggiata e una discreta scelta di pesce fresco.
Proseguendo verso S per 6 nm., sulla punta estrema di Cherso, c'è la profonda insenatura di JADRISCICA (POGANA) (44°39'90"N - 14°30'29"E) adatta a soste prolungate in quanto ben protetta da vento e mare, dove sorgono alcuni campeggi e un ristorante. Proseguendo lungo la costa di Lussino, superata l'imboccatura del canale con ponte girevole per Lussin Piccolo (Mali Losinj) si raggiunge il porto di Lussin Grande (Veli Losinj).
LUSSIN GRANDE (VELI LOSINJ) - 44°32'29"N - 14°28'39"E
Sulla costa orientale dell’isola ha un piccolo porto in un'insenatura dove si può ormeggiare, all'Inglese, alla banchina sotto la chiesa dall'aspetto particolare.
Ricordo di aver letto da qualche parte che, a riprova dell'efficenza del servizio postale Asburgico, venne recapitata, alla fine dell'800, una cartolina spedita da Vienna al parroco di Lussin Grande così indirizzata: "All'Eccellenza reverendo del paese sull'isola dalla chiesa quasi poppa di corazzata". C'è anche un porto più grande, moderno, dotato di boe e corpi morti, protetto da una diga foranea, un po’ discosto dal centro ma "Gli è tutta n'altra hosa".
Si mangia abbastanza bene nel ristorante affacciato sul molo del porto sotto la chiesa, “Ribarska Koliba” (tel. ++385-051-236-235), dove ho trovato dei dondoli freschissimi e delle ottime grigliate, mentre per il vino è preferibile ordinare il Malvasia sfuso piuttosto di quello di Veglia imbottigliato, che non vale nulla. Assolutamente imperdibile la passeggiata di 3-4 km
che, tra i pini, lungo le baiette dall'acqua turchese della costa, porta a Lussin Piccolo. Se invece ci dirigiamo lungo la costa settentrionale di Cherso, risalendo il Quarnaro, troviamo una costa poco frastagliata il cui unico ridosso è costituito dalla baia di USTRINE (44°44’96"N - 14°23’08"E), un paese abbarbicato sulla montagna con un sentiero scosceso che raggiunge il mare, dove ci sono alcune spiaggette e una insenatura profonda, rivolta a N e ben protetta dalla bora, dove si può ancorare in 3 m d’acqua in un fondale sabbioso, buon tenitore, antistante una spiaggetta di sabbia, adatto a una sosta prolungata. Proseguendo verso N, incontriamo l'isolotto di Zeca, spoglio e privo di particolari attrazioni paesaggistiche, ma circondato da secche e fondali adatti a un bagno o a una immersione. Proseguendo verso N arriviamo rapidamente nella grande baia di San Martino di Cherso (Martinscica).
SAN MARTINO DI CHERSO (MARTINSCICA) - 44°49'06"N - 14°20'94"E
Situato in fondo a una grande insenatura, ha un porto ben riparato dalla bora, mentre lo scirocco crea maretta, con un molo sul quale vi sono alcuni ormeggi, a pagamento, forniti di corpi morti e corrente elettrica e vi si trova anche un piccolo marina privato. Vale la pena di fare una passeggiata di 5-6 km. sulla collina fino al paesino di VIDOVICI dove si può godere di un panorama che abbraccia tutto il Quarnaro da Fiume a Pola da una parte mentre verso sud si vedono tutte le isole del Quarnarolo fino a Dugi Otok.
A Vidovici si trova l’osteria “Veli Rat”, con terrazza panoramica, dove si può bere un buon vino locale e gustare specialità alla brace come agnello e maialino da latte. Proseguendo l'escursione a piedi ci si può anche spingere fino al lago, posto al centro dell'isola, che, per le sue dimensioni, l'altezza sul livello del mare, l'esiguità dei rilievi circostanti e la scarsità delle precipitazioni costituisce un'enigma, si pensa che in realtà l'acqua provenga dai monti della costa attraverso un sifone carsico. Sul lungomare di Martinscica, a 200 metri dal porto, all’ombra di una pineta, c’è la "Konoba Feral” (tel. ++385 51 574251) dove abbiamo mangiato, in diverse occasioni, degli ottimi scampi vivi, sia serviti crudi con olio e limone, che cotti ai ferri, forse i migliori della Croazia. In alternativa, in fondo al molo a Sx, sulla piazza della chiesa, c'è il ristorante "Konoba Kastel" in cima a una ripida scala, con una terrazza che domina la baia e una sala caratteristica, con un grande camino e l'arredamento in stile rustico contadino. Più modesto nella scelta del pesce ma adatto a una cena di carne, il ristorante “Gostionica Korali”, (tel. ++385 51 574190), sul lungomare, a gestione familiare, e il ristorante pizzeria “Sidro”, in fondo al molo. Proseguendo verso N la navigazione nel Quarnaro, doppiato il capo Pernat dopo circa 13 nm si raggiunge Valun.
VALUN - 44°54'25"N - 14°21'82"E
Piccolo paesino caratteristico in fondo a una vasta insenatura, vi si trova una banchina, protetta da una piccola diga foranea, inefficace in caso di bora violenta, priva di corpi morti, per cui si deve gettare l'ancora, a prua, in 15 metri d'acqua dove possono trovare ormeggio 4-5 imbarcazioni, in andana, quando non si prevedono colpi di vento. L'ormeggio è a pagamento (118 kune nel 2003) ed è possibile utilizzare l'energia elettrica e l'acqua. Il posto è descritto come una specie di Capalbio dalmata, ritrovo di artisti e intellettuali. Io, a parte un paio di negozietti di souvenir e un vicino di barca che leggeva la "Gazzetta dello Sport" non ho visto né artisti né intellettuali, però.... Vi sono 4-5 ristoranti sul porto, nella gostionica "Na Moru", (tel. +385-(0)51-525056)di Silvano Giordano Krivicic, nel 2003, ho mangiato degli ottimi scampi sia crudi che ai ferri, freschissimi seppure un po' cari.
CHERSO (CRES) - 44°57'39"N - 14°23'51"E
Capoluogo dell'isola, posto all'interno di una vasta insenatura completamente riparata in ogni condizione di vento e mare, rappresenta un ottimo punto di sosta sia sul molo del paese che nel Marina ACI, in fondo alla baia, dove si trova anche il distributore di gasolio e la ricarica delle bombole di GPL. Il centro storico offre la possibilità di ormeggio nella parte esterna della banchina, davanti al Mandracchio, l'antico porto dei pescatori che si insinua all'interno del paese, un'antica cittadella fortificata veneziana, ricca di scorci caratteristici seppur rovinato dalla presenza del vicino cantiere navale col bacino di carenaggio. Ho mangiato raramente in ristorante perché è facile procurarsi degli scampi vivi, in navigazione, dai pescatori che mettono le nasse nei dintorni. C’è un piccolo ristorante in una viuzza attigua al porto vecchio, Konoba “Kopac” (tel. 051-571-956 \ 098-170-80-46) gestito da un pescatore, Stjepan Slavicek, dove ho mangiato, ogni volta, del San Piero appena pescato, branzino e scampi freschissimi, accompagnati da una specie di risotto mantecato con burro e olio, che costituisce il vanto del padrone.
UNIJE - 44°38'20"N - 14°14'70"E
Prima isola che si incontra dopo la traversata del Quarnaro, dirigendosi verso Lussin Piccolo il paese, Unije con le case multicolori abbarbicate sulla montagna come sulla costa Sorrentina, merita una sosta, in rada all’ancora o ormeggiati lungo il piccolo molo. Non è consigliabile trascorrervi la notte se non con condizioni meteorologiche ottimali perché l’approdo offre scarsa protezione soprattutto per venti da NW e SW. Vi sono 2 ristoranti vicino al molo ma offrono un menù da gita turistica ai numerosi battelli che provengono da Lussino. Vi è anche un piccolo aereoporto dove atterrano coloro che possono permettersi di raggiungere la propria barca in aereo privato. Sulla costa orientale vi sono alcune baie come PORTO LUNGO (MARACAL) - 44°38'87"N - 14°15'10"E, e SREDNIA - 44°39'91"N - 14°15'72"E, una volta zona militare e interdette alla navigazione, ora accessibili ma dove sostare con attenzione alle condizioni meteo (bora) e al fondale che è una lastra di roccia dove l'ancora non prende, nel 2002 sono state posizionate una quarantina di boe, a pagamento, che facilitano l’ormeggio. Vi si trova un piccolo molo mentre un sentiero, si inerpica tra la macchia mediterranea per raggiungere il paese di Unije.
Proseguendo verso S si incontrano due piccole isole brulle la GRANDE e PICCOLA CANIDOLA (VELI e MALI SRAKANE) molto utili come ridosso quando si viene sorpresi dalla bora in mezzo al Quarnaro in quanto possono essere costeggiate a pochi metri dalla riva e danno un pò di sollievo prima di affrontare l'inferno controvento dell'ingresso al porto di Lussin Piccolo. Vi sorge un paesino di 4 case con una chiesetta che sembra uscita da un film Spaghetti-Western con Terence Hill.
Sulla costa di Lussino, davanti alla Grande Canidola-Veli Srakane, si trova la piccola baia di LISKI (44°35'45''N-14°22'96''E) ben riparata dallo scirocco mentre, con la bora, è preferibile portare una cima a terra, sulla sponda est, vi si trova un piccolo ristorante.
LUSSIN PICCOLO (MALI LOSINJ)
Il paese è in fondo a un lungo fiordo, chiamato Valle d'Augusto perché qui trovò rifugio, per un inverno, la sua flotta, durante una campagna contro i Liburni.
All'ingresso dell'insenatura, si può sostare nella baia di ZABODASKI (44°33'53''N - 14°23'80''E) a nord dell'isolotto omonimo, bianco di calcare, si può gettare l'ancora nella baia di ARTATORRE-ARTATURI (44°34'50''N-14°24'25''E) sulla sinistra all'ingresso del fiordo, protetta dalla bora ma aperta allo scirocco, mentre a sud dell'imboccatura, dietro l'isolotto Murtar, c'è la BAIA DEGLI INGLESI (44°33'06''N - 14°25'61''E), alla quale si accede, da nord, attraverso un passaggio profondo non più di 2,5-3 metri. Navigando per 2 miglia lungo l'intero fiordo si raggiunge il paese di LUSSIN PICCOLO (44°32'11''N-14°27'69''E), dove si può ormeggiare lungo le banchine, del lungomare, o ai 3 pontili galleggianti, a pagamento, nei pressi del distributore di gasolio, dotati di acqua e corrente elettrica ma molto esposti alla bora e privi di bagni, per cui bisogna recarsi in un bar-cantina, nei pressi che offre, a pagamento (20 kune nel 2002), servizi igienici e docce, o infine ormeggiare al Marina, un po’distante dal centro, vicino al ponte girevole (dove si trovano anche gli uffici della Capitaneria) utilizzando, in caso di bora forte, gli ormeggi posti al di là del ponte che sono più ridossati. L'apertura del ponte, che porta nel Quarnarolo, avviene alle 9.00 della mattina e alle 17.00, sempre che arrivi l'addetto che lo ruota manualmente e non si blocchi il meccanismo (mi è capitato più volte).
In centro è opportuno rifornirsi di frutta e verdura che nelle isole più piccole scarseggia per varietà e qualità, inoltre si trova dell’ottimo pesce al mercato nella piazza sul porto. Il paese, un incanto quando si giunge dal mare, magari all'alba col sole che sorge dietro il campanile, è molto bello e tranquillo in primavera e autunno mentre, in estate, è deturpato da orde di turisti e, nei fine settimana, da motoscafisti d'oltremare del week-end che arrivano a manetta sbattacchiando tutte le barche all'ormeggio. La maggior parte delle case, un pò trasandate, sono piccole ville singole con l'immancabile palma secolare davanti, costruite nell'800 dai capitani e gli armatori delle navi a vela di questo porto, a quei tempi il principale per le rotte verso il Sud America. Vale la pena di fare una passeggiata fino alle baie sul lato occidentale dell’isola per fare il bagno o avventurarsi lungo il sentiero che, costeggiando il mare, porta a Lussin Grande, oppure percorrere il sentiero che segue la sponda W del fiordo fino all’imboccatura della Boca Falsa, proseguendo, lungo la riva del mare, fino al golfo di Cikat, per poi arrivare fino alla baia di Sessola (Sesula) dove si inerpica sulla collina fino alla vetta di S. Stefano (Sv.Ivan) di dove si può tornare a Lussin Piccolo o imboccare il sentiero che conduce a Lussin Grande.
Si può mangiare discretamente al ristorante “ex Salvia” che ora si chiama "Chalvien" sulla via che porta al cantiere navale nei pressi della vecchia Capitaneria, al ristorante “Konoba Odysseus” del capitano Cedo e la figlia Arianna (tel. 051 231893) sul lungo mare Velopin 14, senz’altro il migliore per qualità e freschezza del pesce, un centinaio di metri dopo il distributore di carburante o, se ci si trova nei pressi della baia di Cikat, al “Grill Capela”, vicino alla chiesetta sul promontorio, dove ho mangiato degli scampi freschissimi cotti alla brace sulla carbonella.
Proseguendo verso SE, oltrepassato l'ingresso di Lussin Piccolo, lungo la costa dell'isola, si incontrano numerose baie a cominciare da CIKAT - 44°31'80"N - 14°27'10"E, la spiaggia di Lussin Piccolo con ville, tra le quali una residenza degli Asburgo, alberghi e stabilimenti balneari, seguita da VELA DRAGA, KRIVICA (44°30'00''N - 14°29'67''E), acqua turchese e un bel fondale di sabbia bianca, buon tenitore, in cui gettare l'ancora, portando le cime di poppa a terra e BALVANIDA (44°29'48"N - 14°30'15"E), forse la migliore, più riparata e adatta a un ancoraggio anche notturno magari assicurandosi anche di poppa agli alberi della riva. Vi si trova un ristorante dove però non ho mai mangiato. Proseguendo verso SE, superato il capo Corno, un bastione che si scorge di lontano, dal Sud, ad indicare la rotta per l'isola di Lussino, si raggiunge l'isola di Asinelli (Ilovik).
ISOLA DI ASINELLI (ILOVIK) - 44°27'91"N - 14°32'74"E
Arrivando nel canale che separa quest’isola dalla vicina SAN PIETRO DEI NEMBI, dove ci sono i ruderi di un monastero e di un castello edificato per proteggersi dai pirati Uscocchi, provenienti da Segna-Senj, nel canale della Morlacca-Velebitski kanal. Ci sono numerose boe ideali per trascorrere la notte alla ruota (verificate le distanze perché alcune boe sono molto vicine le une alle altre e può capitare che la corrente faccia urtare le barche poppa contro poppa). Vi è anche un piccolo molo dove si può ormeggiare solo sul lato sud, perché su quello opposto sosta il battello di linea, facendo attenzione che non spiri vento da levante che alza una discreta maretta e può gettarvi in banchina, recentemente sono stati installati alcuni corpi morti, a pagamento, forniti di energia elettrica. Ci sono 4 ristoranti, il più vecchio, risale al 1898, è il ristorante “Amico Prjatelj”, in fondo al molo, dove la padrona Elza, vi accoglie con la sua fluente parlata triestina e prepara delle ottime fritture e grigliate di pesci e crostacei. Lungo il mare, più a sud, affacciato sul golfo, il ristorante “Porto” con una bella terrazza sull’acqua, pulito e ordinato. Proseguendo per un centinaio di metri si raggiunge il ristorante “Dalmatinka” (tel. 051 235 954), in bel posto tranquillo, su una veranda in riva al mare, forse un po’ improvvisato, ma fanno dell’ottimo pesce al forno, infine, vicino alla chiesa, il ristorante “Oliva”, ricavato in un vecchio frantoio per olive, frequentato dai pescatori locali e dall’aspetto un po’ trasandato e fumoso. Nei pressi del ristorante “Porto” c’è il panificio dell’isola, famoso per la sua pizza e il suo pane, saporito come una focaccia genovese, dove si vende anche del buon vino bianco sfuso, locale.
Sulla parte meridionale di Asinelli, raggiungibile anche dal paese attraverso un viottolo che si snoda per un paio di chilometri tra uliveti e muretti a secco, c'è la grande baia deserta di PARZINE - 44°26'80"N - 14°33'42"E, con una spiaggia ideale per una giornata di sole e bagni.
SANSEGO (SUSAK) - 44°30'86"N - 14°18'60"E
Ottimo punto di sosta sul percorso più diretto fra l'Istria e il sud, l'isola è sormontata da un faro che si vede a grande distanza nelle traversate notturne. Si può ancorare, col bel tempo, in rada (attenti alle secche) o ormeggiare, se c’è posto, a uno dei pochi posti barca lungo il molo. Quest'isola si differenzia dalle altre per una sigolarità geologica, è infatti costituita da una base di roccia calcarea, appena debordante dal livello del mare, sulla quale si erge un rilievo, alto 70-80 m costituito interamente di sabbia silicea brunastra (a differenza della terra delle altre isole, di colore rossastro). Nei tempi passati l'isola era interamente coltivata a vigneto e si vedono ancora i terrazzamenti, ormai invasi da canne e erbacce. Pare che il vino prodotto, ormai introvabile, fosse squisito e insieme alle donne dell'isola, che pare fossero di una bellezza singolare, era richiestissimo. Ho mangiato una volta al ristorante in fondo al molo un ottima spaghettata con astice alla Buzara.