Spinnaker

 

Abbiamo visto nel corso, che la portanza è data da un moto laminare, quindi dato che nelle andature portanti, come abbiamo visto, non esiste la possibilità di avere laminarità sulle vele a profilo "magro", si è escogitato un artifizio perchè ciò avvenga.

Se si espone il punto di mura di una vela di prua, molto più grassa di un genova, in modo che possa prendere aria libera dalla randa, utilizzando un buttafuori, nel nostro caso detto tangone, che sposti la mura sopravento esternamente alla barca, l'ingresso di questa potrà divenire buono per permettere laminarità ai filetti in ingresso.


La sua forma, grassa e tonda, farà poi in modo che i filetti vi rimangano attaccati per il solito principio che su una superficie convessa l'aria tende ad aderire

 

In questo modo abbiamo inventato lo spinnaker, vela che può essere di tanti tagli, ma che comunque si riconduce sempre ad una forma pressochè di porzione sferica.

Il concetto di utilizzo è quello di esporre il lembo del bordo di attacco sempre in accesso laminare, quindi il tangone andrà sempre regolato (naturalmente sopravento), in modo che risulti perpendicolare al vento.

In linea di massima le bugne andranno portate sempre alla stessa altezza, se abbassiamo la bugna sottovento, lo spi lavorerà compresso, se abbassiamo il tangone e la bugna incocciata (mura per l'esattezza) e laschiamo la scotta la bugna sottovento tenderà a salire.

Il tangone non va obbligatoriamente portato perpendicolare all'albero.

La regolazione dello spi dipende da:

a) dove vogliamo vedere il grasso

b) l'andatura.

c) l'onda

 

 

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