Due righe su spinnaker, jennaker, drifter e bompressi.


Per alleviare le difficoltà di manovra degli spinnaker negli anni 80 si pensò di produrre delle vele dette "spinnaker da crociera". Erano vele grasse, murate sulla prua e senza buttafuori. Questo le rendeva versatili sulle medie andature, ma ingestibili sulle andature molto lasche, in quanto il loro rendimento andava sempre piu diminuendo avvicinandosi all’andatura di poppa.

Inoltre il taglio grasso della vela e l’impossibilità di regolazione della posizione della bugna rendeva difficile la regolazione della vela nelle andature vicino al traverso.

Nonostante la vela si portasse su tutte le andature era comunque una vela il cui rendimento non era paragonabile a quello di uno spinnaker sui laschi o di un genova estremamente leggero sui traversi.

Detto anche spi asimmetrico per la sua forma asimmetrica necessaria per il tipo di collegamento alla barca e alla difficoltà di scarico della vela nel caso fosse stata simmetrica..

Come dicevamo, sui traversi era più redditizia una vela con le caratteristiche di un genova al quale, per aumentarne la superficie, si è aumentata la quantità di tela sia in ingresso che in uscita. Questa abbondanza di tessuto si identifica in un taglio positivo della balumina e del gratile che così non permette l'inferitura della vela.. La vela che si ottiene è una vela asimmetrica buona per molte andature, un MPS (Multi Purpose Sail). Da non confondere con il Drifter, che è una vela di prua estremamente leggera, di solito un genova normale in nylon o poliestere da spi, o altro più moderno composito, che si usa sulle andature di bolina.

Sproporzionando il taglio dei ferzi e ingrassando la vela si raggiunge il moderno taglio del jennaker, che può venire armato con la bugna in coperta . Torniamo a vedere le sembianze del vecchio spi da crociera, ma con un grasso minore, più avanzato e più basso.

Per non incappare negli inconvenienti dell spi asimmetrico già visti, le barche hanno dovuto evolvere le attrezzature e far crescere lunghi buttafuori (i bompressi delle vele d’epoca), questo ha portato la vela più avanti permettendo di non ingolfare aria sulle andature strette e uscire dalla copertura della randa nei laschi, permettendo anche di mantenere armato un piccolo fiocco insieme al jennaker.

 

Ho scritto evolvere, ma dovevo scrivere reinventare, infatti i lunghi bompressi retrattili di oggi sono solo la copia di quello ad esempio del Volunteer, defender di Coppa America del 1887, costruito a Boston in soli 66 giorni. La tecnica e l'affanno della ricerca esasperata non è solo prerogativa dei nostri giorni. E anche le misure di allora non scherzavano, l'Endeavour, 25 metri di acciaio e Challenger del 1934 aveva ben 1016 metri quadrati di un antenato spinnaker. Il Rainbow, il defender dopo le prime regate dovette far tagliare ed armarene uno in meno di 36 ore, per poter avere la meglio.

Il jennaker ha visto crescere la sua tifoseria, anche perché le barche di oggi hanno carene più indicate di una volta per portare grandi vele di prua in andature più strette che la poppa.

Infatti se guardiamo il disegno di carena di una barca cresciuta sotto il regolamento di stazza degli anni 80, vedremo che a parità di lunghezza i volumi immersi sono più concentrati al centro barca e meno distribuiti lungo le generatrici di un ipotetico cilindro immerso d’acqua come accade ora.

Come si vede dalla figura, la barca A, ha meno lunghezza al galleggiamento, e quindi per mantenere lo stesso equilibrio ( A e B hanno lo stesso dislocamento) deve avere una carena più immersa. Lo slancio di prua non è immerso, questo fa si che quando la barca sbanda sotto la trazione della vela, trova equilibrio solo affondando il mascone. Una andatura di questo tipo è estremamente dislocante e sollecita la barca a carichi molto elevati, in quanto la propulsione velica non si sfoga a causa della limitata velocità critica.

Con aria tesa se la barca non riesce a risollevarsi e planare limitando l’apparente, l’attrezzatura viene sollecitata enormemente.

Questo problema si accentua armando bompressi su una barca con forte slancio e prua molto rastremata verso il basso.

La barca B, invece ha molta più lunghezza al galleggiamento ( più alta la velocità critica), e la carena disegnata pressappoco da generatrici di cono, permette di immergere meno lo scafo aumentando la velocità critica ulteriormente, sbandare meno e non affondare il mascone.

Così più energia viene utilizzata nell’avanzamento.

Oggi capita di vedere barche anni 80 montare bompressi e jennaker, ma per chi veramente ne ha fatto l'esperienza resta l'amaro della delusione.