Emozione a fine giornata Date: Sat, 6 Aug 2003
Un Caicco ha bruciato l'inverter e da due giorni ho il telefono che scotta nella frentica ricerca di un buco "aperto per lavoro". Una mia amica di un tempo, quella a cui presentai la mia prima deriva, a cui non pensavo da anni, Monica, commerciante in attrezzatura da Camper, mi salva, sabato il motoveliero avrà di nuovo corrente per gli ospiti. Fra una telefonata e l'altra mi sono distratto e così....sono arrivato quasi alla Rochelle saltando chissa quante uscite oltre a quella per Les Sables.
Ai cantieri uno sloop sta all'ingresso e mi accoglie come i busti dei commenda mi accoglierebbo nelle "fabbrichete lombarde". Sto compiendo una visita a in cantiere, devo controllare come va il nostro cat di 60 piedi.
"Ciao Laura, ti chiamerò da lassu', almeno starò più fresco", avevo detto la mattina presto andando all'areoporto, ma qui ora, sul piazzale del cantiere, il termometro segna oltre 36 gradi.
Il catamarano è lì, un gigante, con diverse decine di migliaia di euro in impianti satellitari, tv, internet, ogni cosa la cui caratteristica più importante per alcuni potrebbe essere il superfluo, per altri l'indispensabile. Bene, mi dicono che proprio oggi avrebbero dovuto provare la barca in mare e io, capito al momento giusto, l'appuntamento coi tecnici è alle 14.30.
Essendo in ritardo per le 11.30 significa che è ora di pranzo, scelgo un ristorantino sul porto e insieme all'amico Laurent ordiniamo le n.3, lui dice che sono le migliori, più grandi sarebbero disgustose. Qui le ostriche sono buonissime, delicate e sensuali come belle donne. Mentre aspetto l'ordinazione, dall'altra parte del terrazzo si avvicina un uomo, la pelle è cartapecora, rossa più che bronzea, il corpo asciutto, sembra che il mare o il sole gli abbiano succhiato ogni filo di grasso, deambula a gambe flesse e i capelli biondo acceso stridono nel contrasto con degli occhi azzurrissimi, la loro profondità assorbe lo sguardo a cercarne la fine, ma in fondo solo più splendore. Al nostro saluto si illumina un apertissimo sorriso e i baffi lunghi ma radi lasciano intravedere un labbro disteso con qualche lacerazione. Una maglietta bianca, girocollo, un paio di pantaloni di tela tagliati sotto il ginocchio e due scarpette con la suola di gomma. Nient'altro, e questo, naviga e pare gli riesca bene anche senza l'aiuto d Musto o altre famose griff.
Lì nella zona del porto, non a sud sulla spiaggia, ma lì dove all'ormeggio dei marina strane barche, goffe e improbabili entrano ed escono dal mare, nonostante ci siano i 60 piedi dei solitari e le grandi barche con alberi che ormai si reggerebbero solo per gli adesivi, non si vede una griff. Anche nei negozi e nei magazzini di nautica si legge Volvo Penta, Accastillage Bernard, insegne del tipo "rimessaggio", "lavori nautici", ma non si vede un adesivo che indichi che li si vestono gli "sborroni" della vela.
All'ora stabilita siamo in cantiere e saliamo a bordo del catamarano. Scendiamo il canale, c'è bassa marea ed è impressionante, ci sono un paio di barche sugli scivoli, puntellate a cui stanno facendo carena.
In mare mi sembra di essere a Rimini, una spiaggia lunghissima, entra profondamente nel golfo sottovento alla diga del canale, una quantità romagnola di ombrelloni si stende su tutta la sua superficie. Non mi sembra di essere in Atlantico.
La barca è maestosa, si muove come una balena, non si sente nemmeno lo sciabordio dell'acqua, si è lontani dalla superficie e l'onda atlantica non si fa vedere nemmeno da lontano, in pozzetto si è riparati bene anche dal vento.
Finalmente siamo a diverse miglia dalla costa, solo gli uccelli fanno rumore, intorno pochissime barche, piccole e grandi ma con una costante, sembrano dei camper, attrezzature pesanti e nessuna vela "esotica", tutte rigorosamente bianche, al massimo sporche.
Intanto c'è chi lavora. I tecnici del Satellite hanno seri problemi, capisco che non riescono a tenere il satellite puntato. Il trasponder c'è, ma la parabola non riesce a puntarlo, ritengo ci siano problemi di deviazione. Riproviamo a fare l'azimuth, ma non ci siamo, basta niente a perderlo. Così ritorniamo a terra.
Mentre entriamo diverse barche si stringono curiosando intorno a noi. Nonostante lì siano abituati ai maxi multicoque, un cat di 58 piedi è pur sempre interessante. Giungiamo al pontile, qualche foto prima scendere poi saluto.
Mentre sbarco Laurent mi chiede. "Adesso vuoi farlo un giro su una barca vera?" "Perchè no!", il tempo c'è, e mi piacerebbe assistere al tramonto in barca così accetto, "Su quale barca?" chiedo, "Sulla mia" mi risponde Laurent restando vago.
Il pontile è quello delle barche più piccole del marina, due passi, un salto e mi trovo a bordo di un 21 piedi della beneteau, tutto giallo come il mio primo turtle.
Scendiamo il canale siamo nuovamente in mare, issiamo la randina e apriamo il genova. Il traffico è in senso contrario e così a noi si apre il mare, solo il mare. Anche gli ombrelloni si sono diradati, a Rimini rimarebbero solo chiusi, qui li portano a casa, il giorno dopo la marea se li mangerebbe.
Il vento è da nor ovest.
Il mio amico è al timone, io sono a mezzanave, sul bordo. In silenzio tiriamo il largo, il vento si sente su ogni parte della barca, è fresco, ma non sgarbato, costante in direzione e intensità. Parla nelle orecchie e la barca restituisce il feed back dell'onda. Non timono ma ho feeling con la barca e sento tutto. Rinforza un po' mi giro e metto fuori le gambe. Piccole nebulizzazioni cominciano formarsi sulle poche onde che si spezzano sotto la carena.
Ad un tratto .......profumo, si profumo, non il forte odore del salmastro o il dolciastro aroma di alga delle nostre coste, nemmeno quello delle più belle cale di Sardegna, ma un profumo fine, sottile, delicato e perfettamente definito, un profumo tagliato da una viva fresca sfumatura. Poi ricordo, il profumo delle ostriche, lo stesso profumo. Miscelato con essenze nel mortaio in cui il mare lo ha saputo fondere è una delizia evocativa. Così nel silenzio immagino tante cose accadere nel mondo da cui proviene.
E mentre la nebulizzazione si insinua nelle narici, mentre arriva alla gola ecco, ne sento il sapore. Degusto il mare come un vino, passando dal naso giù fino al palato le piccole particelle di acqua portano con se gli stimoli di una bella emozione. Intanto il silenzio è intorno a noi, poche parole scambiate non lo defraudano, siamo nel silenzio e nessuno dei due accenna al ritorno.
Penso a mia moglie, oggi è il suo compleanno, come al solito vorrei fosse con me in questo bel momento, per regalargli questa emozione, comunque per quello che vale, da qui, buon compleanno tesoro.
Mauro |